giovedì, ottobre 23, 2008

il profumo del mosto...nostalgico


Stamattina nonostante andassi a 200 km orari in superstrada (con il mio solito ritardo!) mi ha colpito le narici un dolcissimo porfumo di mosto, di uva che fermenta....è l'odore della mia infanzia, di casa mia, dei mie nonni, di mio padre... e mi ha catapultato indietro nel tempo, in campagna, tra i filari, le ceste d'uva, i grappoli ancora luccicanti sui tralci, i canti e le voci che ormai fanno parte del tempo..e mi hanno ricordato che ognuno di noi si porta dietro, ovunque vada, le proprie radici...non importa sotto quale cielo, non importa cosa mai starò facendo, quali strade avrò percorso e quante ne dovrò ancora percorrere, quanta vita avrò vissuto o sprecato...ogni volta che sentirò l'odore del mosto io sarò sempre quella bambina tra i filari di viti.

4 commenti:

cry ha detto...

essì, hai ragione romy..
il sangue è sangue così come noi siamo quello che ci è successo.
in un periodo così incasinato sotto tanti punti di vista certe volte è bello abbandonarsi ai nostalgici odori della nostra rassicurante infanzia. quando ancora non eravamo consapevoli di quanto il mondo sia marcio...

fra ha detto...

A me viene in mente quando da bambina andavo con nonno in campagna con la fantastica "petta" blu.
Ogni volta insistevo per salire non nella cabina ma sul cassone. L'avevo sempre vinta e puntuale arrivava la solita raccomandazione: "tietti forte!".
E mi vengono in mente i finocchi mangiati appena raccolti dopo averli lavati alla "bellemeglio" e alla foto che mi si è stampata in testa delle sue mani con quel pollice così strano, con l'unghia a mezzaluna, che in famiglia non l'ha ripreso nessuno..e forse è proprio per questo che me lo ricordo così bene, perchè è solo suo.
Nonostante le nostre mani fossero differenti in famiglia è la persona alla quale per carattere credo di somigliare di più, e non è sempre un bene...Romi, tu che l'hai conosciuto, confermeresti?
Tra le cose che abbiamo in comune io e te ci dovremmo mettere anche loro, dei nonni spettacolari, che ci hanno avvolto col loro affetto gratuito e incondizionato, che si sono pazzamente innamorati di noi quando un giorno gli siamo state presentate come sangue del loro sanfue...
Nostalgia...
Se anche a voi capita che vi prenda un pò di tristezza quando pensate a qualcuno che non c'è più si poò provare a guardare la cosa da un'altra prospettiva.
Non mi ricordo su quale libro ho letto che quando sentiamo che qualcuno ci manca in realtà è perchè è venuto a trovarci, a salutarci...
M'è sembrato un pensiero molto bello, la memoria di qualcuno che trasforma l'assenza in presenza... è positivo..
Vabbè, si vede che è fine settimana eh?
Adesso, orsù, ottimismo!

Romy ha detto...

Come non me lo ricordo! Nonno SiSì...in campagna, sull'apetta,davanti casa a prendere il fresco o la "sperella di sole" (a seconda delle stagioni) oppure sul divano a vedere le partite..e mi ricordo una cosa in particolare di lui, ossia che ci spronava sempre a fare cose nuove, a camminare avanti, a non fermarci mai..ti ricordi quando non volevi prende la patente? e il motorino? "Ricordati il casco!!" Te lo mettevi pure per venire a casa mia!! ..e mi ricordo quanto era orgoglioso di te...di quella nipote cocciuta quanto una capra..ma che però aveva sempre sulle labbra!

Paolo ha detto...

A me invece il profumo del mosto mi fa tornare in mente la levataccia il giorno della vendemmia, il freddo che uno sente appena sveglio, la ricerca dei vestiti cenci che si sporcheranno di rosso e di marrone, il tragitto in auto co' la palpebra che cala e i denti che sbattono, il rumore del trattore, il sole o la pioggia, il fango del terreno, la fatica dello svuotare le ceste nelle cassette, dello svuotare le cassette nella deraspatrice, dello spalare col forcone i raspi, dello spostare i tini, del torchio, del tornare ad affondare, il timballo o la pasta al forno fatto dalle mogli dei contadini, il fantastico pullastro al forno a legna e le belle patate arrosto. E le gran quantità di vino.

Quest'anno invece non ricordo un granchè, che mi so' imbriacato come una scimmia col mistrà e co lu vi'.
Mi ricordo solo i maritozzi ammollati nel vino cotto appena fatto.