Paris,26-11-06(ultima parte,scusate ma dovevo finire)

La domenica passa in fretta, come i giorni precedenti. Metrò, scale mobili, si sale, si scende, di nuovo in metrò, una ragazza mi sorride; dal grazioso nasino azzardo nel credere sia francese (e che altro?!?) comunque carina, contraccambio l'esposizione dei denti. Di nuovo in superficie, proprio sotto la pancia della torre Eiffel. Vogliono 11 euro per salire al terzo piano e non so se ho più paura di salire o di spendere altri soldi. Lo scopro in fretta perchè 324 metri di ferri incrociati sotto i miei piedi sono una esagerazione!! Mi tengo saldamente avvinghiato ora all'uno ora all'altro braccio dei miei compagni. Ne approfitto ora per ringraziarli della comprensione. Ci rincontriamo con le donne. "Com'è La Faiette?" "Chiusa la domenica!". Il tempo per un atletico salto della staccionata con relativo danno ad opera di Marco, poi ci avviamo per l'ultima cena. Siamo stanchissimi, doloranti e inebriati dal "cameriere aromatizzato".Necessaria cena abbondante per accumulare energie che da lì a poche ore verranno consumate per percorrere i 1000 chilometri del viaggio di ritorno. Una buona notte in tutte le lingue e i modi del mondo. Ore 04.30 sveglia. La terza di questo tipo in cinque giorni, e credo mi possa bastare. Ci incliniamo tutti contemporaneamente e da sotto l'ala scopriamo le alpi candide, bianche di neve. La radio gracchia in inglese e non capisco ma so che dobbiamo allacciare le cinture. Rallentiamo, perdiamo quota. Flap fuori al massimo. Sobbalziamo sulle piccole ruote. Siamo a casa nella nostra piccola, campione del mondo, amata Italia.